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Sagra del Cavatello e del peperone a Cerami (EN) – #igirasagre

Sagra del Cavatello e del peperone a Cerami (EN)

25 agosto

Sagra del Cavatello e del peperone a Cerami (EN)

SAGRA DEL PEPERONE e del CAVATIEDDU di CERAMI sabato 25 agosto 2018 lungo Corso RomaCome ogni anno, tradizionale appuntamento per tutti i buongustai a Cerami, grazioso paese di antiche origini sito all’interno del Parco dei Nebrodi. 
 
La tradizionale sagra de “U Pipi Ciramisi e du Cavatìeddu Atturratu” (dolce tipico), è un’importante manifestazione gastronomica per chi vuole tornare al passato con il desiderio di consolidare le buone abitudini alimentari. Nel corso della serata, il Peperone di produzione locale, arrostito sulla brace e condito con olio, sale e origano, sarà offerto con pane casareccio, formaggio e vino e sarà accompagnato dal Cavatieddu, dolce tipico di antichissima ricetta, un biscotto imbevuto di acqua e zucchero, ricoperto con granella di mandorle tostate e tritate, cannella e zucchero. Questi prodotti sono stati in degustazione all’Expo di Milano (Cluster Bio Mediterraneo) suscitando vari interessi. La Sagra sarà allietata da mostre, giochi per bambini e ragazzi e da vari intrattenimenti musicali.

 
Antiche sono le origini di Cerami (EN) che si fanno risalire ai Greci. I reperti archeologici venuti alla luce nei saggi di scavi effettuati in via Roma nel 1971 fanno collocare le origini di Cerami tra il IV ed il V secolo a.C. La carenza di impedisce la ricostruzione della storia delle origini di Cerami. Erano ben ventiquattro, fino al secolo scorso le chiese. Oggi ne esistono solo nove di cui sette nel centro abitato: la matrice, dedicata a San Ambrogio, sant’Antonio abate, Madonna del Carmelo, San Sebastiano, San Benedetto, San Giuseppe delle anime del purgatorio, San Biagio, e due insone rurali, anche se oggi risultano lambite dall’espansione edilizia: la chiesetta del Crocifisso (detta del Signore della Santetta) ed il santuario della Madonna della Lavina. Inoltre sono ancora visibili, ai piedi della rocca del castello, lato nord-est, i ruderi della chiesa di San Michele, e dell’omonimo convento.
 
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