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Sagra do Trunzu di Aci ad Acireale (CT) – #igirasagre

Sagra do Trunzu di Aci ad Acireale (CT) il 5, 6 e 7 luglio 2019. La manifestazione, che si svolge in piazza Peppino Impastato ex piazza Cappuccini, si prefigge di far conoscere ai visitatori dell’hinterland e ai turisti del territorio, le tradizioni culinarie preparate da cuochi esperti con il “trunzu di aci”, riconosciuto prodotto presidio slow food.

Sagra do Trunzu di Aci

All’interno della sagra degustazioni di tante pietanze a base di Trunzu: primi piatti ( pasta con trunzu), secondi piatti (salciccia con trunzu) ed insalate di trunzu ed arancini ripieni di trunzu.

Il cavolo trunzu è un cavolo rapa (Brassica oleracea var. gongylodes ) coltivato da sempre nel catanese, in particolare negli orti di Acireale e delle località vicine. È di piccole dimensioni ma è riconoscibile in particolare perché la parte edule, presenta striature violacee, comune a molte a molti ortaggi coltivati nei terreni lavici dell’Etna.

Come tutte le crucifere o brassicacee (cavoli, ravanelli, broccoletti, ecc.) contiene molti minerali e vitamine; la ricerca medica attribuisce a questi ortaggi anche una forte azione detossificante importante per prevenire l’insorgere di forme tumorali. Proprietà esaltate dai terreni di particolare qualità e dell’ambiente in cui viene coltivato.

Sagra do Trunzu di Aci

La capacità peculiare di lavorazione e trasformazione del prodotto cavolo rapa, durante lo svolgimento della Sagra du trunzu di Aci, tanto in piatti storici della nostra tradizione culinaria quanto nella realizzazione di piatti innovativi, ha destato curiosità ed interesse, nonchè unanime apprezzamento, da parte della collettività acese e non.

Occorre ricordare che il “cavolo trunzu di Aci” è riconosciuto quale prodotto slow food ed è divenuto protagonista al Salone del Gusto di Torino ed ultimamente anche in diversi programmi televisivi, non ultimo MasterChef Italia.

Continuare a promuovere, anche attraverso la nostra Sagra, questo peculiare prodotto del nostro territorio, anche dalle riconosciute proprietà fitoterapiche, determinerebbe un’ulteriore valorizzazione dello stesso, unitamente al più ampio contesto storico, culturale, architettonico e paesaggistico della nostra città, con le relative e positive ricadute in termini di attrazione turistica.

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