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Festa del Maiorchino a Novara di Sicilia (ME) – #igirasagre

Festa del Maiorchino dal 18 Gennaio all’ 1 Marzo – Novara di Sicilia (Messina)
Le competizioni si svolgeranno tutti i sabati e le domeniche

Festa del Maiorchino

Programma:
-Sabato 18 Gennaio 2020
ore 15:30 Inizio Gare Torneo del Maiorchino

-Domenica 23 Febbraio 2020
Ore 15:00 Semifinale torneo maschile e femminile Ore 16:00 Gare “Torneo Femminile” – Musica etnica in piazza

-Martedì 25 Febbraio 2020
Ore 15:30 Finale torneo femminile e torneo ragazzi,
Lanci di prova per turisti

-Domenica 1 Marzo 2020
ore 12:00 Festa del Maiorchino con degustazione di prodotti tipici locali, con la collaborazione dell’Istituto Professionale Alberghiero “G. Falcone” di Giarre (CT).

La giornata sarà alliettata dalla “Banda alle Ciance Street Band” Ore 15:00 Finale del “Torneo maschile e premiazione”

L’ antichissimo gioco del Maiorchino, risalente ai primi decenni del ‘600 e molto diffuso in passato in provincia di Messina, soprattutto nelle zone dei Nebrodi e dei Peloritani, sopravvive unicamente a Novara di Sicilia, un borgo dall’atmosfera incantata e i cui abitanti, continuano abitualmente l’attività ludica del gioco nei mesi invernali. La curiosa gara consiste nel far rotolare una forma di pecorino stagionato del peso di circa 10 chilogrammi lungo un percorso, ormai consueto da secoli, che si snoda per oltre un chilometro lungo le antiche caratteristiche strade del centro storico. Il lancio deve essere un misto di forza precisione, esperienza e velocità: vince la squadra (composta da tre giocatori) che taglia prima il traguardo – a sarva – impiegando il minor numero di lanci. La forma di formaggio, di un caratteristico colore giallo, ha il peso di 10 chilo‐grammi (spessore 12 cm e diametro di circa 35 cm) per imprimerle maggiore velocità e potenza viene allacciata con un robusto laccio -a lazzata – che serve anche determinare la direzione voluta. Il giorno della finalissima è la domenica di Carnevale, una grande festa per l’intero borgo e per i numerosi spettatori che vi convergono dai centri limitrofi e da tutta l’isola. Dopo la finalissima e la consegna delle targhe alle squadre vincitrici la festa culmina con la degustazione dei prodotti tipici del territorio legati alla pastorizia: ricotta fresca, pane e maiorchino e per finire maccheroni caserecci conditi con il sugo di salsiccia ricoperti da una vera e propria cascata di maiorchino grattugiato e innaffiati dal buon vino genuino della zona.

La squadra, composta da due o tre tiratori, che con il suo ultimo giocatore raggiunge, oltrepassa e va più lontano da sarva dell’altro, a parità di colpi (lanci), risulta la vincitrice ed ha diritto al possesso della posta in palio: “a maiurchèa”. Il gioco si svolge nel periodo carnevalesco. Ai margini della strada, teatro e ribalta del giuoco, dopo mezzogiorno, si assiepa tanta folla che, tra l’altro, conoscendo le doti, l’abilità di ogni giocatore-tiratore, evidenzia i pregi e i difetti pronosticando pro o contro il possibile vincitore.

Si vive un’atmosfera di esultanza e di esaltazione, di emulazione e rivalità,
di confronti e preferenze, di previsioni e pronostici, mentre, nel brusio della gente, partigiana di una o l’altra parte, si ascoltano voci che invitano a prestare attenzione all’imminente lancio della “maiorchìna” e si ridestano i ricordi di lanci “famosi” di giocatori che hanno fatto la storia del “giuoco della maiorchìna”. Come se si sfogliasse un vocabolario antico, si pronunciano, durante il giuoco, parole di lingue diverse. Si ascoltano parole ed accenti arcaici; sono parole che non si ripetono nell’anno, ma soltanto in occasione della sagra invernale novarese che si svolge nel periodo di Carnevale.

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