Carnevale di Palazzolo Acreide (SR) #igirasagre

Festa di Carnevale a Palazzolo Acreide (SR) il 24, 28 febbraio, 2, 3 e 5 marzo 2019. Sfilate di carri allegorici con la partecipazione delle caratteristiche maschere siracusane come per esempio i Cuturri.

Tradizionali Sagre della salsiccia e dei cavati, degustazioni gastronomiche a base dei cosiddetti cavatieddi, un tipo di pasta condita con il sugo di maiale, e non solo, nelle piazze principali negli stand adibiti alla degustazione, si potranno assaggiare la salsiccia palazzolese, i legumi, e altre tipicità locali.   Una occasione per conoscere uno dei carnevali più antichi si Sicilia.

Palazzolo è anche patrimonio dell’umanità per cui prima di immergersi tra gli stand gastronomici e i carri del carnevale è un’ottima occasione per fare una visita guidata all’antico Teatro Greco alla Strada romana e alle splendide chiese del Paese.

Qui il carnevale è all’insegna della spontaneità e della partecipazione totale da parte di tutti i cittadini che, con impegno e coinvolgimento, contribuiscono alla riuscita dell’unica rappresentazione, nel suo genere, in tutta la provincia, non mancano una ricca serie di eventi collaterali.

Il carnevale di Palazzolo ha origini molto antiche, da un antichissima e singolare processione che si svolgeva a Palazzolo in occasione della festa della Madonna Odigitria, caratterizzata da uncorteo di donne in maschera coperte da un ampio manto e perciò dette ntuppatedde, che irrompevano in mezzo alla processione sconvolgendola con il loro procedere a passo di musiche trascinanti e a ritmi di danza incalzanti. Nei primi del ‘900 erano gli artigiani a fare la manifestazione, erano loro che allestivano i pupi che venivano portati in giro per le vie del paese su dei carretti.   Nel dopoguerra, in particolare intorno agli anni sessanta, è iniziata la grande stagione di Turi Rizza: una persona di estro eccezionale, realizzava i carri e le maschere; ogni anno impersonava un personaggio diverso, prendendo di mira personaggi della politica locale, della società civile, del clero ma anche semplici cittadini. Dopo di lui, negli anni ottanta si sono avute delle innovazioni grazie a Vincenzo Guglielmino, u scinziatu, che ha introdotto nuove tecniche: la fattura è divenuta più raffinata, i pupazzi sono diventati di grandi dimensioni e sono stati introdotti nuovi movimenti meccanici. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 il carnevale ha attraversato un momento di crisi. Nei primi anni ottanta, sempre nel quartiere di San Paolo si realizzò il primo veglione. Nacque l’entusiasmo di vestirsi in maschera, usanza fino a quel momento vissuta solo dai giovani. Negli anni successivi i veglioni diventarono due, un secondo veniva allestito davanti la villa comunale, tutto ciò per oltre un decennio.


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